Una Piccola Bugia by K. A. Tucker

autore:K. A. Tucker [Tucker, K. A.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Romance, Contemporary, Fiction
ISBN: 9788854175457
Google: abXZBAAAQBAJ
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2014-10-16T22:00:00+00:00

14. Dillo e basta

«Sono andata a correre. Sa, per provare qualcosa di nuovo. Divertirmi».

«Ah, sì? E ti sei divertita?»

«Ho le stampelle, dottor Stayner. Mi sono slogata la caviglia».

«Uhm. Be’, non suona molto divertente. Ma non lo è neanche andare a correre».

«No, è proprio il contrario di divertente». Tra gli impacchi di ghiaccio e le lezioni e qualche imbarazzante momento sotto la doccia con Reagan, l’ultima settimana e mezzo è stata un incubo. Ho saltato le ore di volontariato lo scorso sabato perché ero troppo dolorante. Avrei saltato anche questa settimana se Connor non si fosse offerto di accompagnarmi in auto.

«Come va tutto il resto?»

«Confuso».

«Quale ragazzo ti confonde?»

«Secondo lei?», borbotto mentre cerco l’Audi bianca di Connor. Gli ho detto che l’avrei aspettato su questa panchina del parco così avrebbe dovuto semplicemente accostare e farmi salire a bordo. Gli sono ancora così riconoscente per essersi preso un intero sabato libero dagli impegni per stare con me. So che ha la consegna di una lunga tesina la settimana prossima.

E non me lo merito dopo quello che ho lasciato che accadesse con Ashton. Il suo miglior amico.

L’ho imputato a una follia momentanea. Una momentanea assenza di buonsenso provocata da un simultaneo assalto di Ashton sia al mio cuore che alla mia libido.

Una volta fuggita dalla situazione, Grant ha accompagnato Reagan e me al dormitorio, dove mi sono arrabattata tra impacchi di ghiaccio, fingere di studiare, agitarmi sotto lo sguardo penetrante di Reagan e rivivere di continuo i miei ricordi del pomeriggio.

E praticamente ho continuato a fare la stessa cosa, perdendo nel frattempo alcune lezioni, negli ultimi otto giorni. Mi sono tenuta alla larga da Ashton. Non è venuto a cercarmi; meno male, perché non sono in grado di vederlo mentre sono alle prese con il travolgente senso di colpa che provo nei confronti di Connor. Connor passa ogni giorno a vedere come sto, portandomi fiori e cupcake e un orsetto di “pronta guarigione”. È come se avesse una lista su “come far esplodere Livie di senso di colpa dopo che ha segretamente limonato col mio miglior amico” e stia barrando le caselle una dopo l’altra. Senso di colpa che mi fa stringere i denti per evitare di spifferare la mia sfilza di imprudenze, senso di colpa che mi spinge a tempestarlo di baci – così tanti baci che le labbra hanno iniziato a gonfiarsi.

Il problema è che nessuna quantità di baci che condivido con Connor riesce a eguagliare l’intensità dell’unico che ho avuto con Ashton. È il motivo per cui sono stata sul punto di confessare.

Ma non posso farlo. Ho troppa paura. Sono troppo debole. Ho paura che potrei gettare via una cosa fantastica – la cosa – per un bacio sull’onda del momento che, a ogni modo, non si ripeterà. Connor ha detto “lentamente e con calma”, dopotutto. Potrebbe facilmente essere interpretato come “rapporto aperto”. Se lo ripeto abbastanza volte nella mia testa, potrei iniziare a crederci.

O potrei fingere che l’incidente con Ashton non sia mai accaduto. Cancellarlo del tutto.

«Ti va di dirmi cos’è successo?», domanda con disinvoltura il dottor Stayner.

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